LA MIA VENDETTA CON TE
SINOSSI: La rovina di lei,
potrebbe essere una salvezza per lui.
Perché difendere la figlia del peggior
nemico? La vendetta è a portata di mano ed è così dolce, giovane, perfetta per
lui, per saziare la sua lussuria.
Elin crede di sapere come sarà la sua
vita, peccato solo di non aver fatto i conti con ciò che è fuori dalla sua
bolla felice.
Incontrerà un uomo di nome Maksim,
disposto a tutto per la sua vendetta ed entrerà a far parte delle più note
organizzazioni criminali russe. Le redini del gioco sfuggono di mano e gli
equilibri che si erano creati saranno messi in discussione da passioni ed
egoismi.
Riusciranno a capire di non essere più
semplici avversari o verranno inghiottiti dagli interessi latenti della mafia
russa?
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✫✫✫Secondo Excerpt reveal ✫✫✫
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Sono dei possenti colpi alla porta a risvegliarmi.
«Cazzo, Kate. Porta il culo fuori di lì o giuro che te lo picchio a sangue!» Non appena riconosco la voce, schizzo fuori dalla vasca.
«A...arrivo, un attimo.»
«Apri questa dannata porta! Subito!»
Mi avvolgo il corpo infreddolito in un morbido accappatoio bianco di spugna. Apro tremante la porta e lo vedo entrare come una furia, rosso in volto e con occhi minacciosi.
«Perché cazzo ti sei chiusa dentro?» sbraita adirato.
«Non sapevo se ci fosse qualcun altro in casa a parte noi due..» spiego come se fosse evidente.
«E anche se fosse?» ribatte sollevando le spalle.
«Ma potrebbe entrare qualcuno» insisto. Maksim alza la mano destra e la cala sul mio viso due volte, dritto e rovescio.
«Ti avverto, stronza, non chiuderti mai più a chiave. I miei ospiti ed io dobbiamo sempre avere accesso a te.» Impallidisco di colpo, perché ora mi sono chiare come non mai le sue intenzioni.
«Non parli sul serio» ribatto con le lacrime agli occhi. «Se era questo il tuo obiettivo sin dall'inizio, allora perché non hai lasciato che Nikolaj o quei quattro tizi della taverna mi violentassero?» Maksim si avvicina con aria potente e intimidatoria.
«Tu non spalancherai le gambe al primo cazzo che ti attira, come fossi una puttana qualunque. Le aprirai solo se te l’ordiner io e per chi vorrò io!» Le sue dita scattano dritte intorno al mio collo. É così veloce che neanche lo vedo muoversi. Gli occhi scintillanti rabbia sono ipnotici. «Tu mi appartieni, Katerina ed esegui soltanto i miei comandi.» Lo dice con una calma così gelida da farmi perdere un battito. A poco a poco mi libera dalla sua presa. Sento il peso di ogni cosa: i decimi di febbre, le sue parole, i suoi insulti e minacce, i suoi schiaffi. E scoppio in un pianto che mi accascia al suolo. «Io ti possiedo. Ogni parte di te mi appartiene. Mente » prosegue quella fredda voce passandomi un dito sulla fronte. «Perché è a me che pensi quando vieni e corpo, perché reagisce così solo con me.» Maksim mi prende per capelli e tira fino in corridoio. Urlo per il dolore, strillo di lasciarmi andare, finché non molla la presa. Con la punta del piede mi solleva il mento perché lo guardi dritto negli occhi. Le braccia incrociate sul petto, le possenti spalle e il volto duro gli conferiscono un aspetto minaccioso ed io smetto subito di piangere. La mia espressione è un concentrato di odio! [ © La Mia Vendetta Con Te - Giovanna Roma ]
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Vengo scaraventata pesantemente dentro un furgoncino nero. Il veicolo parte come un razzo pochi secondi prima che senta una violenta esplosione.
D’istinto urlo portandomi le mani alla testa, ma il camioncino non si ferma e vengo sballottolata da una parte all’altra. La scatolina, l’orologio. Quei bastardi hanno fatto esplodere il palazzo creando una bomba col computer. I Mosen, i bambini. Erano tutti lì, ignari del pericolo! «Fatemi uscire. Liberatemi, voglio uscire da qui» urlo isterica. Comincio a scalciare contro le porte sperando di romperle o aprirle. L’autista accosta e lo sportello della mia prigione si spalanca per far entrare Nikolaj. Deglutisco a vuoto e striscio il più lontano possibile da lui. Gli sportelli si richiudono e ricado nel buio. Non so per quanto tempo rimaniamo così: immobili e silenziosi mentre il furgoncino viaggia. «Che cosa volete da me?» mormoro alla mia guardia. È chiaro che non è lui il capo. «Non spetta a me parlare. Lo scoprirai quando arriveremo.» «Dove mi portate?» Silenzio. Gli occhi si abituano all’oscurità e in più, le prime luci dell’alba illuminano debolmente i finestrini. «Chi è il tuo capo?» chiedo senza aspettarmi una risposta.
Dopo pochi istanti, invece, lo sento bisbigliare. «È l’uomo da cui Michael avrebbe dovuto metterti in guardia.» Michael? Come conosce mio padre? «Quello, che sono certo, i tuoi genitori hanno visto tutte le notti nei loro incubi e che tu, inconsciamente, hai pregato di non incontrare mai.» Che sta dicendo? Di chi parla? I miei erano ben voluti da tutti e non avevamo nemici. Non potevano conoscere degli esseri spregevoli come loro. «È quello che ti massacrerà senza pensarci due volte.» Nikolaj si avvicina, mi strattona i capelli costringendomi ad alzare la testa. Adesso noto chiaramente un tatuaggio a forma di serpente che gli circonda il collo. Si passa la lingua sulle labbra facendomi accapponare la pelle. «Dì un po’, ti è piaciuto prima ciucciarmelo?» Questa volta ho le braccia libere e lo spingo via. Se la ride mentre ci fermiamo. Apre gli sportelli e scende scomparendo dalla mia vista. Intorno a noi c’è solo una ricca vegetazione, però non ho idea di dove siamo.
Cautamente scendo anch’io e incontro una giovane donna. È alta e talmente magra da rasentare l’anoressia. Il caschetto biondo le dà un’aria da bambina, ma il seno che esce fuori dal top striminzito e la minigonna nera aderente, lasciano pensare a tutt’altro. Dovrebbe avere pressappoco la mia età. Dei rapitori non vi è traccia e la raggiungo come se fosse la mia ancora di salvezza. «Ti prego aiutami. Sono in due. Dobbiamo scappare, sono pericolosi.» Ho gli occhi di fuori, ma a lei sembra non interessare il mio appello animato. Mi guarda con aria di sufficienza, quasi annoiata. Poi apre la bocca. «Maksim», grida alle mie spalle e tutto diventa chiaro. É sufficiente che senta quel nome perché mi tremino le gambe. Due forti braccia afferrano le mie da dietro e ammanettano i polsi in un pugno. Mi attira a sé, la sua bocca sul mio orecchio, il suo alito sul collo. «Che cazzo credevi di fare, eh?» [ © La mia vendetta con te - Giovanna Roma ]
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*Attenzione*
Dark Contemporary Romance
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene molto forti, violente, esplicite e un linguaggio crudo. Non adatto a minori o persone particolarmente sensibili o suscettibili. Se ne raccomanda una lettura consapevole.
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